Chiesa di San Pietro
Dal paleo-cristiano alla tecnologia applicata all'arte
La Chiesa dedicata a San Pietro ha origini antiche. Nell’edificio originario, paleocristiano, si dice abbia predicato lo stesso Pescatore. Nell’edificio successivo, edificato verso il 1076 per desiderio del normanno Ruggero d’Altavilla, Pietro d’Aragona giurò solennemente – dopo i Vespri Siciliani – di mantenere alla città i privilegi promessi. Qui Carlo V, nel 1535, offrì a Trapani lo stendardo tolto ai Turchi durante la campagna di Tunisi. La versione attuale è la ricostruzione fatta, nella seconda metà del Settecento, su progetto di Giovan Biagio Amico nel 1775. Unica in città, la Chiesa di San Pietro ha un assetto basilicale a cinque navate. Al suo interno notiamo un quadro del Carreca, raffigurante Gesù Cristo che chiama Sant’Andrea all’apostolato, un San Paolo di Marcello Provenzano e due belle sculture in legno, il Crocefisso di Giuseppe Milanti e la Pietà di Francesco Nolfo. Curioso è l’altare maggiore, che s’innalza quasi a metà dell’altezza della Chiesa. Meraviglioso è l’organo, costruito tra il 1836 e il 1847 dal palermitano Francesco La Grassa, e considerato fra gli strumenti più famosi al mondo. Ha sette tastiere su tre consolle, per complessivi ottanta registri che azionano 5000 canne, e un ingegnoso meccanismo che le unisce. Riproduce gli effetti sonori di molti strumenti e si dice possa riprodurre anche la voce umana. Restaurato di recente, può essere manovrato contemporaneamente da tre organisti.
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